
Così come oltreoceano anche in Italia il fenomeno siccità su larga scala è dovuto al riscaldamento globale precedentemente descritto. Stando così le cose, anziché perdere tempo con le derive antiecologiche del presidente degli Usa Donald Trump, che ha stracciato gli ultimi accordi di Parigi sul clima, sarebbe utile che l’Italia, assieme al resto del mondo, accettasse gli ultimi accordi sul clima per ridurre le emissioni nell’atmosfera.
Per quanto riguarda la nostra Puglia sarebbe utile che il sindaco di Melendugno (Le) Marco Potì, principale promotore della battaglia No-Tap, si battesse affinché la centrale a carbone di Brindisi fosse convertita a metano in modo tale da evitare un ulteriore riscaldamento dell’atmosfera salentina che, a partire dal 2014, ha causato temperature estive sempre più alte che sono diventate vettori di numerosi melanomi, insolazioni ed altre tipologie di tumori. In più, già a partire dal mese di febbraio, la primavera inizia a manifestarsi in maniera piuttosto precoce. Stando così le cose, il Comune di Melendugno, anziché proseguire la sua battaglia contro il Tap di San Foca, sarebbe utile che si facesse promotore di un referendum, che dovrà riguardare tutti i comuni pugliesi dal Fortore al Capo di Leuca, sulla decarbonizzazione della centrale Federico II di Brindisi e delle acciaierie Ilva di Taranto. Se il quesito avesse esito positivo la centrale Federico II sarà a metano anziché a carbone, l’Ilva di Taranto avrà finalmente i suoi depuratori e il Tap di San Foca non sarebbe più opportuno. L’iniziativa di questo referendum non dovrà fermarsi solo alla Puglia ma coinvolgere altre aree a rischio ambientale italiane, come l’Area Milanese e quella Napoletana, e straniere come gli Usa, l’India, l’Arabia Saudita e altre ancora.
Tornando agli ultimi accordi di Parigi sul clima dobbiamo porci una domanda fondamentale. Siamo veramente sicuri che gli accordi sul clima in questione funzionino veramente, dal momento che, se uno stato non dovesse rispettarli, non verrebbe sanzionato?
Il modello del referendum pugliese sulla decarbonizzazione dovrà essere finalizzato anche al fatto che l’ultimo convegno sul clima preveda anche delle eventuali sanzioni nei confronti degli stati che non riducono le emissioni nocive nell’atmosfera.